Il Sistema Craniosacrale
Il Sistema Craniosacrale può essere definito, come recentemente riconosciuto, un “sistema fisiologico funzionale”, caratterizzato da un’attività ritmica che dura per tutta la vita. Questo movimento presente nell’uomo, ed in quasi tutte le altre specie vertebrate, è totalmente diverso dal meccanismo della respirazione, nonché da quello cardiocircolatorio. Il meccanismo respiratorio primario (m.r.p.) si può tranquillamente definire quel meccanismo attraverso il quale si esprime la vita nell’essere vivente. Si manifesta attraverso la continua pulsazione delle cellule del nevroglia (Sistema nervoso), che si trasmette all’interno di un “sistema idraulico chiuso cranio-sacro, grazie alla presenza del liquido cefalorachidiano.
Questo ritmo e' facilmente avvertibile palpando la testa, ed ha una frequenza normale di 6/12 cicli minuto. In presenza di patologia, questo ritmo si fa troppo lento o troppo veloce. Quello che palpando si avverte e' una espansione del cranio, chiamato tempo di flessione, seguito poi da un tempo di estensione, ossia la fase di ritorno. Il meccanismo si chiama cranio-sacro proprio perché le due strutture effettuano dei movimenti complementari. Infatti la base del sacro nel tempo di flessione effettua una rotazione ventrale, mentre nel tempo di estensione effettua una rotazione interna. Una ampiezza di ritmo bassa indica una scarsa vitalità dell'organismo, così come una asimmetria del movimento indica la presenza di una lesione osteopatica.
Durante un trattamento, si cerca di rimuovere tutte le lesioni che provocano l'insorgenza della patologia nel paziente. Si può agire come meglio si crede trattando il paziente anche solamente dal punto di vista craniosacrale, in quanto e' un trattamento completo ed efficace, ma spesso l'osteopata opta per una seduta che includa anche l'aspetto osteo-articolare, nonché quello viscerale.
In quest'ultimo caso all'inizio del trattamento si verifica solamente il funzionamento del sistema craniosacrale, per andarlo poi a trattare nella parte finale della seduta, come ultima correzione/stimolazione da apportare; perché il sistema e' facilmente influenzabile dalle manovre strutturali e se quindi vogliamo che gli effetti di una correzione craniosacrale siano più duraturi, trattamento e verifica sarebbe meglio effettuarli nella fase di chiusura della seduta osteopatica.