L'importanza del nostro appoggio plantare.

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Antropologicamente ci siamo evoluti da animali a quattro zampe ad animali a due. Ci siamo eretti sulle nostre gambe e questo ci ha consentito, insieme ad altre caratteristiche uniche, di prevalere sul mondo animale.

Ma questo ha però anche creato una serie di problemi al nostro corpo, dovuti al suo mancato adattamento all'incidenza della forza di gravità. Vedasi problemi di colonna (come le scoliosi per esempio) ed anche tutte quelle patologie da sovraccarico che affliggono la nostra quotidianità. A tale proposito vorrei introdurre l'argomento in questione: l'alterazione del l'appoggio plantare.

1Il triangolo d'appoggio del nostro piede si sviluppa attraverso 3 arcate: quella mediale (la grande) che va dal tallone al primo metatarso, quella laterale (la meno evidente) che va dal tallone al quinto metatarso, è quello trasversale che va dal primo al quinto metatarso.

Ad ogni punto del piede corrisponde una percentuale di carico.

Problemi di appoggio possono alterare la loro forma e concorrere a generare problemi di carico di tipo ascendente, sviluppando patologie proprie della colonna, delle anche, delle ginocchia, e specifiche del piede.

Fermo restando che le problematiche posturali possono essere anche di tipo discendente (per esempio dovute alla conformazione dentaria, all'udito, alla vista ecc), voglio soffermarmi su quelle che possono essere le cause del l'appoggio alterato causate dagli effetti della forza di gravità.

Da quando nasciamo a quando moriamo la forza di gravità ci schiaccia costantemente al terreno, e costantemente il nostro organismo genera ed utilizza una forza resistente che è uguale e contraria alla prima. Però il nostro organismo e' progettato per sopravvivere e non per mantenere la postura corretta.

Tutti soffriamo di mal di schiena, di fasciti plantari, di tendiniti del rotuleo, di dolori non ben identificati la cui genesi e' dubbia.

L'appoggio potrebbe essere la causa di tutto e quindi in un progetto terapeutico dobbiamo tener presente che se non viene risolto, ove possibile, il problema tenderà a ripresentarsi nel tempo ed a cronicizzarsi.

L'appoggio corretto può essere alterato da molti fattori.

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Il peso eccessivo, l'atteggiamento posturale scorretto, le calzature sbagliate, i traumi e gli interventi chirurgici, sono alcune delle cause che possono generare il problema.

Che si presenta sempre in maniera subdola, non dando modo al soggetto di accorgersene per tempo.

Come si valuta l'appoggio?

  1. Sicuramente il primo approccio e' la valutazione posturale, che attraverso l'osservazione di un esperto posturologo (fisioterapista specializzato) da una prima idea del problema.
  2. Il podoscopio che attraverso un gioco di specchi permette di vedere direttamente l'appoggio del paziente. È una sommaria valutazione solamente della fase statica.

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  3. L'esame baropodometrico complesso software di valutazione posturale che associato ad una pedana ricca di sensori permette una valutazione scientifica ricca di dati e percentuali. Si effettua sia la fase statica che quella dinamica in maniera da capire perfettamente anche durante la deambulazione il comportamento dell'appoggio plantare

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Una volta capito il problema come si deve agire?

Piede cavo, piede piatto, retro piede valgo , sono tutte alterazioni che provocano dolore.

Sicuramente la prima fase del percorso terapeutico deve coinvolgere sia la terapia fisica (come la tecarterapia, l'onda d'urto, l'ipertermia, la laserterapia,) sia quella manuale (massoterapia, kinesiterapia, kinesiterapia tape ecc), ma assolutamente l'approccio terapeutico non può prescindere dalla ginnastica posturale (Meziérès, Souchard ecc) per la rieducazione del paziente a posture corrette che direttamente migliorino il carico plantare.

5Successivamente attraverso l'interpretazione dell'esame baropodometrico da parte del tecnico e di concerto con il fisioterapista, si valuta l'opportunità del confezionamento del plantare su misura, necessario affinché la correzione dell'appoggio sia costante nel tempo.

In base all'età ed al tipo di patologia che affligge il paziente si stabilisce poi se lasciare perennemente il plantare oppure di levarlo non appena i risultati si riterranno stabili e duraturi. Questo in caso di patologie traumatiche o chirurgiche, ovvero in questi casi in cui l'esordio della patologia e' acuto.

L'utilizzo costante dell'ortesi plantare si rende invece necessario nel caso si stia gestendo un disordine posturale dell'adulto, il quale non ha la possibilità di mantenere la correzione terapeutica a causa dell'impossibilita' di prestare costantemente attenzione dell'appoggio "nella calzatura".

A tal proposito si deve distinguere il paziente adulto dal bambino Solitamente nel primo caso il plantare si indossa costantemente e per sempre, mentre nel secondo caso una volta risolto il problema, magari legato all'evoluzione, l'ortesi si dismette.

Ma come si fa a capire se un plantare deve essere confezionato o meno?

Nell'adolescente una discriminante e' sicuramente il tipo di patologia legata però all'età: infatti più e' giovane il paziente più c'è il rischio che la patologia evolva e peggiori con lui.

Inoltre è sempre sconsigliabile indossare plantari contemporaneamente agli apparati ortodontici. Si crea una confusione posturale controproducente.

Nell'adulto sicuramente la discriminante principale e' il dolore.

Questo vuol dire che molto probabilmente il risultato di chiunque effettui l'esame baropodometrico risulterà alterato, ma solamente ai pazienti che avranno dolore (segno dell'impossibilita' dell'organismo di ritrovare un giusto equilibrio) gli si consigliera' il plantare più adatto.

Presso Fisio Eur ogni paziente viene seguito da specialisti in grado di garantire il raggiungimento dell'obiettivo terapeutico preposto.

Dott. Fkt Pietro Fabio Roccasalva

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