Riabilitazione propriocettiva

 

La riabilitazione propriocettiva negli ultimi anni sta avendo una rilevanza sempre maggiore. Questo perché il valore dell’esercizio terapeutico e del corretto movimento trova un sostegno di evidenze scientifiche molto importante.

Cos'è la propriocezione 

La propriocezione è una parola che deriva dalla parola latina “proprius” che significa appartenere a sé stesso. È un concetto introdotto dallo studioso Sherrington, di cui si parla molto in riabilitazione ed è definito come la capacità di percepire e riconoscere il proprio corpo nello spazio. È sconsigliata ad esempio alle donne in gravidanza, e a tutti quei soggetti in cui è meglio evitare un’ iperpressione addominale. In questo articolo tratteremo il tema della Rieducazione e Ginnastica Posturale, parleremo della sua storia, di come e quando è nato, e proseguiremo analizzandone i metodi ad oggi più conosciuti in Italia.

Siamo dotati di tutta una serie di recettori (presenti nella cute, nelle articolazioni, nei legamenti…) che inviano informazioni al cervello il quale ha il compito di elaborarle e poi di trasmettere il conseguente messaggio di contrazione e rilascio ai rispettivi gruppi muscolari, così da ottenere il movimento fisiologico più ergonomico possibile ed utile allo scopo che vogliamo ottenere.

Cos'è la riabilitazione propriocettiva

La riabilitazione propriocettiva include tutte quelle tecniche ed esercizi utilizzati in fisioterapia che hanno lo scopo di recuperare e migliorare la propriocezione del nostro corpo, di un’articolazione o di un arto in particolare; lo scopo è sempre quello di stimolare i recettori periferici.

La piramide di Panjabi 

La riabilitazione propriocettiva ha una rilevanza fondamentale nel recupero e nel miglioramento delle performance motorie. Hai mai sentito parlare dello schema di Panjabi riguardo la stabilità delle articolazioni? La piramide di Pajabi è uno schema creato dallo studioso Panjabi nel 1992 secondo cui la stabilità di un’articolazione è garantita da tre elementi:

  • Anatomici: forma, solidità, dimensione dei margini ossei, articolari, capsulari, legamentosi ecc…
  • Muscolari: forza e attivazione dei muscoli stabilizzatori nel corso del movimento;
  • Propriocettivi: capacità di saper coordinare quell’articolazione o quel complesso di articolazioni come nel caso di un intero arto, al fine di raggiungere l’obbiettivo stabilito.

Quali sono gli strumenti utilizzati nella riabilitazione propriocettiva?

 Gli strumenti più noti sono:

  • Il pavimento: si hai capito bene, il suolo. Non è necessario effettuare tuffi carpiati per parlare di propriocezione, basta tenere bene a mente quale sia l’obbiettivo.
  • Tavoletta di Freeman: è uno strumento che porta il nome dello studioso che l’ha creata circa 50 anni fa. È uno degli ausili più utilizzati nei centri di fisioterapia e nelle palestre, per la riabilitazione, la prevenzione e il miglioramento delle prestazioni motorie dell’arto inferiore e non solo.
  • Sistemi propriocettivi di ultima generazione: negli ultimi anni la tecnologia ha fatto salti da gigante e sono stati creati molti device che registrano i movimenti che il paziente effettua su una tavoletta propriocettiva e vengono riportati in tempo reale su un pc.
  • Pedana propriocettiva: normalmente si tratta di un cuscino di gomma rigida, a base circolare, ripieno di aria o di acqua. In questo modo, quando ci si poggia si ha un piano instabile sul quale il piede, la caviglia, il ginocchio, l’anca e tutto il resto del corpo devono adattarsi.

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