Tendini del Piede

Che cosa è?

Il tendine, robusta struttura fibrosa che unische il muscolo all'osso, è formato da una sostanza molto resistente chiamata collagene e da una più elastica detta elastina.

Per “tendinite” si intende una sua infiammazione acuta o progressiva.

Si tratta di tessuto connettivo costituito da matrice extracellulare e fibreLa quasi totalità delle fibre del tessuto sono disposte parallelamente tra loro per aumentare la resistenza ai carichi di tensione; in minor quantità nei tendini si trova anche l'elastina ovvero una fibra proteica dotata di grandi proprietà elastiche che ha il compito di consolidare la struttura fibrosa e di richiamare acqua per idratare il tessuto. L'aumentare dell'età del soggetto come l'immobilità, l'inattività o l'utilizzo di corticosteroidi colpiscono principalmente il numero di fibre di collagene riducendolo e stravolgendo la normale distribuzione parallela delle fibre.

Il risultato finale sarà una riduzione delle qualità del tessuto che esporrà il soggetto ad un maggior rischio di lesioni, strappi e rotture tendinee. La tendinopatia deriva solitamente da ripetute piccole sollecitazioni e modificazioni a carattere degenerativo (a volte con depositi di calcio) che si verificano nel corso degli anni nel tendine.

La causa delle tendiniti è spesso sconosciuta. Nella maggior parte dei casi compare in soggetti di mezza età o più anziani, in cui si riduce la vascolarizzazione dei tendini; microtraumi ripetuti possono comunque contribuire, così come traumi ripetuti o traumi importanti (che hanno rischiato di generare una rottura), stiramento o esercizio fisico eccessivo o non abituale. Anche alcune patologie come l'artrite reumatoide, la gotta, il diabete, così come l'utilizzo di alcuni antibiotici fluorochinolonici possono aumentare il rischio di tendinopatia e rottura del tendine.

Nel complesso sistema articolare di cui è composto un piede, ci sono altre strutture inerenti il tendine che possono andare incontro a flogosi: parliamo della guaina sinoviale che lo riveste che da una tenosinovite, e delle borse sierose che funzionano da cuscinetto per proteggere lo scorrimento del tendine, che esitano nelle borsiti.


Le patologie a carico dei tendini del piede e della caviglia più comuni sono la tendinite dell'achilleo, la tendinite del tibiale posteriore, la tendinite della fascia plantare (che a volte è associata alla spina calcaneare).


I soggetti più a rischio sono sicuramente gli sportivi, che sottopongono queste strutture a sollecitazioni e microtraumi ripetuti e costanti, ma anche soggetti che non hanno un buon appoggio o che utilizzano delle calzature non adeguate. Fermo restando che tutte le problematiche posturali possono esitare in un qualsiasi problema ai tendini della gamba, soggetti a rischio sono anche i traumatizzati ed i post chirurgici.

CHE SINTOMI DA
In generale i sintomi di una infiammazione sono manifestazioni cliniche delle modificazioni tissutali e si presentano nel seguente ordine:

  • calore, ossia aumento della temperatura locale dovuto all’aumentata vascolarizzazione;
  • gonfiore, determinato dalla formazione dell’essudato;
  • arrossamento, legato all’iperemia attiva;
  • dolore, provocato dalla compressione e dall’intensa stimolazione delle terminazioni sensitive da parte dell’agente infiammatorio e dei componenti dell’essudato
  • funzionalità compromessa della zona colpita.
  • Nel caso specifico delle tendiniti del piede, i sintomi più frequenti li troviamo nella zona del decorso del tendine: dolore, un leggero rigonfiamento ed eventualmente un arrossamento con eventuale impotenza funzionale più o meno evidente.
  • Zone di sofferenza in base al tendine infiammato:
  • gamba posteriormente per ciò che riguarda il tendine di achille, che può essere infiammato nella zona peritendinea (più distante dall'inserzione ossea) o preinserzionale (gonfiore sulla zona di inserimento del tendine sul calcagno);

  • parte inferiore del piede per la fascite plantare (a volte presente la spina calcaneare);
  • della caviglia (tibiale anteriore);
  • retromalleolare (tibiale posteriore).

Il dolore in una infiammazione è un indicatore molto importante della salute della struttura che soffre. Di solito i primi segnali si hanno a riposo, o meglio, dopo un periodo di stress prolungato nel tempo. La notte si inizia ad avvertire il dolore, che poi passa alzandosi e facendo qualche passo.
Ma questo campanello di allarme deve allertare il paziente, in quanto la fase successiva della patologia è la persistenza del sintomo per diverse ore al giorno e per periodi più o meno lunghi.
Questa fase è il preludio poi alla cronicizzazione del dolore ed alla degenerazione del tendine (tendinosi), che consiste in un cambiamento/degenerazione stabile le tessuto in sofferenza.

COME VIENE EFFETTUATA LA DIAGNOSI?

La sintomatologia dolorosa porterà il paziente in visita dal medico specialista, il quale a seguito della consultazione degli esami strumentali eventualmente prescritti, come radiografie,risonanze magnetiche o ecografie, potrà diagnosticare con certezza la presenza della patologia.
Radiografia: serve per certificare delle alterazioni ossee inserzionali del tessuto, con eventuale formazione di spina calcaneare. Oppure si potranno evidenziare delle microlesioni, soprattutto nei podisti, che saranno alla base delle disfunzioni dell'appoggio plantare dalle quali possono originare le tendiniti.

Risonanza magnetica: permette di indagare i tessuti molli e le articolazioni; si può studiare il percorso del tendine e la sua zona inserzionale, valutando la presenza di essudati infiammatori e stato di salute del tendine stesso.
Ecografie: per studiare il decorso e la salute del ventre muscolare nel suo punto di passaggio mio-tendineo.
Il soggetto deve anche effettuare una visita con un fisioterapista o posturologo, per la valutazione complessiva del suo asse di carico, intervenendo quindi sui disordini posturali concause di infiammazioni tendinee.
Ogni paziente di qualsiasi età, sport di provenienza, sesso ed abitudini sociali, soffre di tendiniti.
La cosa fondamentale è certamente la diagnosi, ma capire anche l'eziologia del problema, consente di prevenire recidive, la complicanza più comune in cui si possa incorrere.

RIMEDI
Il trattamento delle tendiniti può essere conservativo e chirurgico, in base allo stato degenerativo del tessuto.
L'intervento chirurgico rappresenta l'ultima opzione in genere riservata ai casi che non si sono risolti con farmaci, fisioterapia, terapia fisica e/o eventuali infiltrazioni.
Il primo approccio prevede:

  • riposo articolare;
  • impacchi di crioterapia (con gel antinfiammatorio);
  • utilizzo di FANS antinfiammatori o corticosteroidi (anche in cia iniettiva)
  • fisioterapia;
  • utilizzo di plantari ed ortesi volte a migliorare l'appoggio e a tutelare il carico;
  • stretching (mo solo nella fase avanzata).

In fisioterapia le soluzioni a disposizione degli operatori specializzati nel settore sono molteplici e profique. La scelta del piano di trattamento prevede terapie strumentali come:

  • crioultrsuono
  • tecarterapia
  • ipertermia
  • laserterapia
  • onde d'urto radiali
  • energia vibratoria muscolare (evm)
  • esame baropodometrico;


in associazione con le tecniche manuali come:

  • kinesiterapia;
  • allungamernto delle catene muscolari;
  • massoterapia;
  • applicazione di kinesio taping;



  • tecniche di stretching;
  • plantari correttivi.

METODO DI RECUPERO “FISIO EUR - 5 FASI”

1^ fase: Controllo del dolore.
L'utilizzo dei mezzi fisici è una valida alternativa ai presidi farmacologici (ove indicati), e consentono la riduzione e la gestione del dolore. Si effettuano sedute plurisettimanali in base alla gravità del problema:

  • tecarterapia;
  • ultrasuonoterapia (anche nella versione cryo);
  • ipertermia;
  • laserterapia yag;
  • magnetoterapia (c.e.m.p.) nelle ore notturne;
  • applicazione costante di impacchi di ghiaccio 20 minuti/ora.

2^ fase: Recupero dell'articolarità e della flessibilità.
Viene utilizzato un prudente protocollo di intervento manuale del terapista e di esercizi volti al recupero del movimento della zona interessata dal problema, senza correre il rischio di riacutizzare il processo infiammatorio. Si effettua:

  • cauta kinesiterapia;
  • esercizi isocinetici;
  • terapia manuale;
  • linfodrenaggio;
  • onde d'urto;
  • kinesio taping;
  • idrokinesiterapia;
  • seduta osteopatica.

3^ fase: Recupero della forza e della resistenza muscolare.
Questa è la fase in cui si rinforza la componente muscolare, con esercizi di tipo isometrico, concentrico ed eccentrico, perché il muscolo diventi non solo forte ma anche capace di reagire alle tensioni e proteggere l'articolazione. Le sedute sono plurisettinamali e comprendono:

  • kinesiterapia attiva;
  • kinesiterapia contro resistenza;
  • Energia Vibratoria Muscolare (EVM);
  • esercizi di carico funzionale;
  • massoterapia decontratturante;
  • idrokinesiterapia;
  • kinesio taping;
  • esercizi di rinforzo in eccentrica;
  • esame baropodometrico ed eventuale confezionamento planatre su misura.

4^ fase: Recupero della coordinazione.
Un'affezione del sistema muscolo scheletrico altera il sistema di percezione del corpo nello spazio e del movimento. In questa fase si eseguono sedute mirate al recupero di queste funzionalià che risultano fondamentali nella prevenzione di eventuali ricadute:

  • sedute di ginnastica propriocettiva (cuscini, rulli, pedane e cunei);
  • esercizi di controllo del movimento;
  • esercizi di rinforzo muscolare sotto controllo propriocettivo;
  • idrokinesiterapia;
  • massoterapia decontratturante.

5^ fase: Recupero della gestualità quotidiana.
Al paziente viene suggerito un programma terapeutico finalizzato al recupero delle funzioni normali, si studia pertanto il suo stile di vita e si riproducono esercizi con movimenti utili quotidiani, mentre all'atleta viene suggerito di recuperare il gesto tecnico atletico:

  • metodo dell'Approccio Sequenziale e Progressivo (ASP);
  • cyclette;
  • tapis roulant;
  • nuoto;
  • esercizi della quotidianità;
  • riatletizzazione;
  • osteopatia.

CONCLUSIONI

L'esame baropodometrico e il confezionamento plantari sono di aiuto per la cura e per la prevenzione in quei soggetti che soffrono ciclicamente di questi problemi, generati da disordini posturali che altrimenti non si potrebbero curare.
Fisio Eur specializzata in patologie della caviglia e del piede, in sportivi e sedentari, consente di affrontare il problema in maniera risolutiva, in quanto la fondamentale ricerca della causa è alla base del mantenimento dello stato di salute del paziente. Qualunque sia la patologia che lo affligge.

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