Artrosi dell'anca, cos'è e i trattamenti utili

 artrosi anca fisioterapia

L'artrosi dell’anca è una delle patologie più comuni tra la popolazione, riguarda principalmente la popolazione di sesso femminile con età superiore ai 65 anni.

L'anatomia dell'anca

Prima di parlare di artrosi di anca è importante dare un quadro generale dell’anatomia di questa articolazione. Come sai l’anca, è chiamata anche articolazione coxo-femorale, collega l’arto inferiore al bacino, ed è formata da due facce articolari:

  • l’estremità prossimale del femore: nota anche come “testa femorale”;
  • l’acetabolo, detto anche “cotile”. È una formazione ossea semisferica costituita dalla fusione delle tre ossa del bacino (Ischio, ileo e pube), circondata da un labbro cartilagineo che ne aumenta l’ampiezza e la cavità al fine di ospitare meglio la testa del femore.

L’articolazione è ricoperta da una capsula molto resistente, e il suo complesso legamentoso è formato da quattro legamenti:

  • L. ileofemorale;
  • L. pubofemorale;
  • L. ischiofemorale;
  • L. della testa del femore conosciuto anche come legamento rotondo.

Cos'è l'artrosi dell'anca

L’artrosi è una patologia degenerativa che consiste nel danneggiamento progressivo della cartilagine. Con l’alterazione dello strato cartilagineo, i segmenti ossei delle articolazioni, non avendo più uno strato protettivo entrano in stretto contatto.

Il meccanismo reattivo del corpo allo “sfregamento” tra le superfici ossee è la produzione di materiale ulteriore osseo, gli osteofiti, nelle superfici articolari. Gli osteofiti porteranno a una limitazione importante del movimento.

L’artrosi dell’anca è chiamata anche coxartrosi.  Questa articolazione insieme al ginocchio, è la sede più colpita, probabilmente perché sono articolazioni in costante carico, visto che subiscono il peso del nostro corpo. La classificazione più conosciuta distingue la coxartrosi in una forma primaria e una forma secondaria:

  • Artrosi primaria: sarebbe la forma idiopatica, che inizia in forma prevalente dopo i 60 anni e interessa soprattutto il sesso femminile.
  • Artrosi secondaria: è una forma di artrosi che è stata favorita dalla presenza di un trauma o di una patologia come la displasia dell’anca che avrebbero favorire l’instaurarsi di questa condizione.

Quali sono i sintomi dell'artrosi dell'anca

Il quadro clinico della coxartrosi è rappresentato da diversi elementi:

  • Dolore: è il sintomo principale. Nel primo periodo è presente sotto carico e si allevia fino a scomparire durante il riposo. Il dolore è acutizzato duranti i cambi di stato (ad esempio quando si passa da seduto alla posizione eretta), durante movimenti che provocano l’abduzione e la rotazione della testa femorale. Solitamente questo sintomo è localizzato in regione inguinale, talvolta può irradiarsi: posteriormente, antero-medialmente e lateralmente.
  • Rigidità mattutina: dura circa 15 minuti e tende ad aumentare di durata con l’aggravarsi della malattia, si hanno difficoltà ad effettuare i movimenti con l’anca come se ci fosse una vera e propria limitazione funzionale.
  • È evidente un atteggiamento in lieve abduzione e rotazione esterna dell’arto inferiore.
  • Alla palpazione della zona prossima alla testa omerale e in zona pubica si può avvertire dolore.
  • Sono limitati soprattutto tre direzioni di movimento: abduzione, flessione e rotazione interna.
  • Test del Trendelemburg positivo: il paziente non riesce a mantenere il bacino in posizione stabile quando poggia unilateralmente sull’arto malato. Ci sono anche altri test clinici come quello di Thomas e quello di Faber.

Qual'è il decorso della patologia

Il decorso nel caso di artrosi e ancor più per la coxoartrosi è molto lento, didatticamente possiamo dividerlo in 3 step:

1 step: è la fase asintomatica dove il danno cartilagineo è agli inizi;

2 step: inizia la fase sintomatica, il dolore non è costante ed è difficile che corrisponda a una posizione o a un movimento ben specifico, tanto che difficilmente induce il paziente a recarsi dall’ortopedico per una visita di controllo.

3 step: fasi sintomatica conclamata. Sono presenti i sintomi che abbiamo descritto nel paragrafo precedente. Si può trovare giovamento con la fisioterapia se si interviene per tempo, mentre per i casi più gravi è necessario effettuare l’operazione chirurgica in cui si sostituisce la superficie ossea degenerata con elementi artificiali.

In cosa consiste il trattamento fisioterapico

Il trattamento fisioterapico in questo caso non è risolutivo ma può sicuramente attenuare notevolmente i sintomi e migliorare la funzionalità articolare. Si agisce integrando le tecniche di terapia manuale, con i mezzi fisici e gli esercizi.

  1. Terapia manuale: si effettuano diverse tecniche al fine di migliorare la mobilità dei capi articolari, nel caso di artrosi risulta dare molto giovamento la trazione, che in ambito osteopatico è chiamata poumpage, è una tecnica con il fine di far diminuire la rigidità capsulare instauratasi con la patologia. Vengono anche applicate tecniche di mobilizzazione con la fascia Mulligan, tecniche di massaggio sforante e massaggio trasverso.
  2. I Mezzi fisici più utilizzati sono:

Questi device hanno l’obbiettivo di stimolare la biologia del tessuto, ridurre il dolore e controllare l’infiammazione.

3. Esercizio terapeutico: l’esercizio terapeutico ha il compito di recuperare l’equilibrio di forza muscolare dei muscoli di questa articolazione, oltre che migliorare il controllo motorio, l’equilibrio e la propriocezione. Molti esercizi ad esempio hanno lo scopo di migliorare il reclutamento del medio gluteo che risulta essere sempre molto debole. Talvolta risulta essere necessario anche allenare il tronco, per mantenere una corretta postura.

Un corretto stile di vita, con un peso idoneo e un’attività fisica regolare sono elementi fondamentali per la gestione dell’artrosi e per la corretta riuscita del ciclo terapeutico.

 

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