Quando utilizzare il Caldo e quando il freddo?

A volte si crea confusine nei pazienti riguardo l'utilizzo del caldo o del freddo nella gestione delle piccole affezione dolorose dell'apparato muscolo scheletrico. Intanto parliamo di freddo e non di gelo, e di tepore e non di calore vero e proprio, questo perché gli shock termici non sono mai necessari in questi casi.
Ma quando in effetti si usa il freddo e quando il caldo?
Innanzitutto diciamo quello che succede quando si sviluppa un dolore all'apparato osteoarticolare: che sia dovuto ad un trauma o a un processo infiammatorio che supera la soglia di tolleranza del dolore, il problema si manifesta attraverso i classici 5 sintomi che sono arrossamento, calore, dolore, tumefazione e alterazione funzionale. Sono manifestazione delle modificazioni tessutali che consistono in: vasodilatazione, aumento permeabilità capillare, stasi circolatoria ed infiltrazione leucocitaria. Diciamo quindi che l'utilizzo del caldo e del freddo va effettuato in funzione del problema, in funzione della zona da trattare, ed anche dal tempscorsa orso dalla sua insorgenza.

Il Sistema Craniosacrale

cranio 1Il Sistema Craniosacrale può essere definito, come recentemente riconosciuto, un “sistema fisiologico funzionale”, caratterizzato da un’attività ritmica che dura per tutta la vita. Questo movimento presente nell’uomo, ed in quasi tutte le altre specie vertebrate, è totalmente diverso dal meccanismo della respirazione, nonché da quello cardiocircolatorio. Il meccanismo respiratorio primario (m.r.p.) si può tranquillamente definire quel meccanismo attraverso il quale si esprime la vita nell’essere vivente. Si manifesta attraverso la continua pulsazione delle cellule del nevroglia (Sistema nervoso), che si trasmette all’interno di un “sistema idraulico chiuso cranio-sacro, grazie alla presenza del liquido cefalorachidiano.

Ottenere il massimo da un programma riabilitiativo.

Sempre più spesso arrivano a studio pazienti con prescrizioni mediche che prevedono solamente le terapia fisiche, ossia solamente apparecchiature elettromedicali che sfruttano principi fisici presenti in natura. Indubbiamente per una patologia medico-riabilitativa la prescrizione di una terapia fisica rappresenta il gold standard nel trattamento soprattutto in fase acuta, quella in cui il paziente non può subire trattamenti intensi , e quindi il macchinario che ha la capacità di dialogare chimicamente con i tessuti infiammati rappresenta una soluzione piuttosto valida, agendo sui meccanismi di trasmissione del dolore (vedasi tecarterapia); ma rimane comunque “una” soluzione.

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